da I GIORNI QUANTI (50)

“Per un cieco una strizzatina d’occhio vale un cenno del capo”. Sono rimasto a Palermo per farmi rimettere a posto la caviglia, convinto che non c’era posto migliore, per principio. Ma non l’hanno messa a posto così bene. Lo capisco vedendo l’altra caviglia. L’altra caviglia me lo dice. Ti sei …

da I GIORNI QUANTI (49)

Sulla strada Tusa-Palermo, sulla strada Palermo-Gibellina, sula strada Gibellina-Santo Stefano Quisquina. Sulla strada Santo Stefano Quisquina-Trieste. Sulla strada Trieste-Roma. Sulla strada Roma-Ciccio Sarullo. Incontrerai sempre un contrattempo sulla strada che hai deciso di percorrere. Questo, potrai dire, è mio padre, questo faceva il militare in Abissinia. Ciccio Sarullo non dice …

da I GIORNI QUANTI (48)

IL GEOMETRA, SOTTO IL PICCOLO PERO, È ATTRATTO DALLE GROSSE PERE. Lo capisci da quell’attimo in più in cui ha posato loro gli occhi sopra, distogliendoli dai paletti di vertice e stazionamento. Ne prenda qualcuna gli ho detto. Sembrano melloncini, mai viste pere così grosse. Belle di fuori ma di …

da I GIORNI QUANTI (47)

“…e da morosi di sangue vidi riemergere la testa dei demoni scatenati: mostri di fantastica orridezza, coccodrilli con ali di pipistrello, serpenti con corna di cervo, scimmie col capo coperto di conchiglie imbutiformi, vitelli marini con barbe patriarcali, volti di femmine con mammelle al posto delle guancie, teste verdi di …

da I GIORNI QUANTI (46)

DISPERSO. La prima volta che sono stato in America, New York, ci hanno alloggiato, mia moglie ed io, al Bazar Hotel. In camera, la prima cosa che ho tentato di sistemare sono stati gli orologi. Ne avevamo tre, sveglia compresa. Quando però ho tirato fuori l’aggeggio meccanico che mi avrebbe …

da I GIORNI QUANTI (45)

“Io adoro i miei amici. Adoro quello che fanno. Però, anche, mi adoro. Quello che faccio.” La natura, dice il capitano, ci scomunicherà. Vestita di rosa e di blu. Accompagnata dai Forestali. Che oltre ad essere obiettori di coscienza sono ambientalisti radicali. Si accorgeranno della soletta di cemento buttata nottetempo, …

da I GIORNI QUANTI (44)

C’è chi il telefonino non gli è mai caduto per terra, chi non lo ha dimenticato mai. Trovi sempre almeno un elemento di varietà nel genere umano che ti convince a rimandare a domani ogni decisione forte. La natura ci sommergerà. Come ha già sommerso l’Australia. Ma un buon servizio …

da I GIORNI QUANTI (43)

Maglioni enormi. Di lana grossa, pendenti da tutte le parti del corpo come camicie da notte. Dentro, Within, un essere felice di squillare anche in inglese, anche se è una notte di fuoco, l’ennesima di scirocco. Una donna può dare felicità dalla pelle. La pelle deve essere però sorcina e …

da I GIORNI QUANTI (42)

Mi sento un re con questa luna piena, i grilli nelle orecchie i Catari Frangenti alle spalle. La luce della notte è la luce della mia cabeza. La festa comincia quando i parenti portano a casa altri parenti. Rumori nuovi nella campagna. La campagna è un parco macchine naturale. In …

da I GIORNI QUANTI (41)

Sul tetto, le intercapedini tra le travi sono state turate da strisce di balsa, tutto poi è stato ridipinto con il ducotone bianco. Oggi, sembra la mia prima maglia della Juventus lavata da mia madre con la candeggina. Una volta la casa di città, al ritorno da ogni villeggiatura, era …