CANTABILE OSTINATO IX
se proprio vuoi saperlo inutili i praecepta coniugalia aculei giorni ore minuti cellule sciupate capelli nel lavabo nello specchio appannato noi siamo ancora noi a noi sopravvissuti tra uno squillo e l’altro del telefono
se proprio vuoi saperlo inutili i praecepta coniugalia aculei giorni ore minuti cellule sciupate capelli nel lavabo nello specchio appannato noi siamo ancora noi a noi sopravvissuti tra uno squillo e l’altro del telefono
c’eri tu o forse no ma se c’eri spenta la luce stanca sonnecchiavi in quel divano scomodo le gambe allungate nel tuo sogno nel mio sogno però ricordo che c’eri e c’ero anch’io a meno di un dèjà vu o d’un qui pro quo e stavi in piedi le chiavi …
simili a queste gazze ciarliere sul guard-rail ideuzze appena zampillate le mie uova covate ancora calde qui le deposito ma piove o non piove oggi esco faccio scongiuri nella linea sconvolta della luce nel rombo del mosquito colo a picco ma è bello stare balla tutto il quartiere chi su …
prendo fiato mi fiuto mi slancio mi rilancio mi sbilancio più magro di un grissino su un piatto di bilancia me lo mangio alle 4 del mattino questo fiato di segugio innamorato basta e avanza ti dico mentre entri dopotutto è tutto ciò che ho avuto e altro non ti …
Sto bene se sto bene se non muoio nel frattempo ma tu che stai benone argomenti che la mia bile di vecchio combattente è un bluff sempre uguale è un grufolare di maiali nel truogolo nelle gazzette nelle sfere siderali e non basta opporvisi a parole e neppure una bel …
in questa monument valley più testardo di wile coyote con i miei beep beep alla road runner con i miei segnali di fumo più veloci di una cartolina postale o della mia stessa voce stavolta sarà facile mandarti un saluto nelle contrade impervie dove abiti senza più numero civico e …
parliamo della città sfregiata che si allunga ecc. ecc. appesa a un filo un’ombra di primavera panni stesi e un colpo di pistola le coordinate esatte il fazzoletto al dito per non dimenticare se il pesco è già fiorito se il mare è sempre uguale laggiù lungo la linea frastagliata …
gaglioffo nelle inezie dove affogo mi dò spago perplesso guardandomi scendere le scale chiedendomi chi è l’altro che mi guarda in attesa del mio piede in fallo del coccige contuso stretto dentro un vestito dédomé lunga la barba miope comunque non demordo
c’è un buco nella maglia dove infilo ridendo un dito e so che sulla mia spalla disappunto avrai a vederlo è occhio impertinente dell’ascella ti dico il mio terzo occhio nuovo tondo strabico sul mondo o il foro penetrante di un colpo di pistola che neppure abbiamo udito
sei tu che reggi il filo e sfinita mi porti nell’esatto perimetro dei tuoi confini certi ma ai miei trasalimenti e tentennamenti fai spallucce come io ai tuoi mugugni per il gatto per il vetro rotto da cui entra l’inverno per il materasso che abbiamo avuto che è bozzi e …