da OSPIZIO DI ADDIO – n.4
Esegeta di sterpi la pigna spoglia Getta da te le esequie per iniziare A germogliare l’aurora l’ora nuda. Nulla è abbastanza mormorando Docili preci alle ruggini giganti Mele fradice le stive d’ogni dove.
Esegeta di sterpi la pigna spoglia Getta da te le esequie per iniziare A germogliare l’aurora l’ora nuda. Nulla è abbastanza mormorando Docili preci alle ruggini giganti Mele fradice le stive d’ogni dove.
Graziata vorrei andarmene Fatata di sorpassi Esponenziale acrobata Equilibrio di sorriso. Cuore anonimo ormai ricordarti Ché finite le fucilazioni odierne Al ritorno le allucinazioni di tornare Dove la nave vacilla solitudini. Tutto strapiombo il dolo della notte Qui la questua delle genti inermi Vada via l’atleta che mi sterminò Fanciulla. …
Ardore di passacaglia il dirupo Così ballare con l’enigma intorno Voglio andarmene a crepare Dove più stretta è l’alba. Blasfemo rumorio il cuore Batte la sfera delle previsioni. Mi viene da morire sempre e comunque Dentro le buche di crepanti arsenici Come e comunque fratelli delle buche. Con la bava …
Così una nenia di morte Attende lo scolorire, Risa da parte di qualcuno. Il muraglione fra il petto e l’origine Mitraglia ormai chi non sei Se non scialle vedovile L’età scanzonata del supplizio. Plico di stelle accattone alla porta Inventano di sopprimere le rondini Così muratrici di nidi da bunker. …
Lacrima del fato l’insulto, crisi domestica le porte tarlate dove s’inceppa l’enfasi di festa e si tramonta il talamo alfabetico: lo stagno si perdura inutile sé.
Ho perso l’elemosina del seno la breve traccia di una vita nera senza bisaccia né calice ospitale.
Tagli irrequieti i polsi sanguinanti per un non più. Nelle trincee le divise velenose soqquadrano il valore della placenta: fosse comuni le immoralità di morire scorza di sale il ricordo. Gli anni osceni sono la soglia tagliole di scempiaggini pregare chi alle gare di belle sorelle uomini di beltà l’amore …
Gerundiale nascere appena etimo di bilancia.
Girandole di addii starti accanto dove rimescola la favola fugace e strilla il gatto fati di resine.
Pesciolini d’argento il tuo sguardo, sbocciano le rondini in dita di carezze.