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Si chiama poesia (e)spiare gli errori della gente?

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Da tanti anni dorme trafelato: sferra sogni a tutti gli incubi e ha una notte per capello.

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Mi dànno compagnia (e fastidio, soprattutto) ricordi sconosciuti come un incubo (ambientati, stranamente, in un passato consanguineo del mio corpo).

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I Nel corso della marcia, esplode l’intuizione! La fatica mi s’addice: i passi mi portano in trionfo sulle spalle (le loro, si capisce); intanto il complesso dei chilometri cammina al posto mio (imitando i motori a curvatura). Ciononostante desidero andar via dalla ripida salita e raggiungere una meta od un …

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  Lo dimostra il trapasso dal giorno alla notte che la luce è un fenomeno singolare alquanto: quando sbiadisce, si fa corvina; e se alle venti prelevo, dai gesti di casa, campioni di tempo (detti secondi), trovo in ciascuno tracce indiscusse delle tenebre che vedo là fuori (quelle cupe, quelle …

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In quest’esilio dalla vita d’azione e produttiva che avrei desiderato, in questo riposo forzato ed ossessivo, in questo limbo quotidiano (che in realtà è un paradiso infernale, in cui il vispo dolore profuso dal mio impegno è andato perso per intero) sono ogni giorno in vuota compagnia d’un fallimento pneumatico, …

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Se han paura della disperazione preferiscono ignorarlo; quindi solo i militari prestano attenzione al suo continuo blaterare (quello maniacale di un povero demente che avendo studiato, forse troppo, la meccanica dei quanti, ora mugugna, a ritmo ossessionato, un’orribile canzone: è l’Aria, com’è ovvio, sulla quarta stringa ed è così che …

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Alzandomi di botto da sogni invasi di “dentacoli” –aguzzi e avviluppanti–, all’istante m’accorgevo, autoironico sul serio (mi “risi” conto, dunque; mi risi contro?), che l’adagio popolare si può riscrivere così: “Il cuore batte, dove l’anima duole”.

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Al volante delle mie speranze (e ciascuna è un’automobile sportiva), io sfreccio imp(r)udente e per troppo entusiasmo non comando a dovere la forza del motore. Anzi da essa mi lascio comandare. Così alla prima svolta de-raglio come un asino che dell’arte di guidare nulla sappia o riesca ad imparare. Sempre …

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Gordon Pym. Subdole, ambigue e doppiogiochiste (ti portano a destra, ma anche a sinistra; ti mandano avanti, ma pure all’indietro) s’accaniscono le strade intorno ai miei pensieri, investendo le mie idee. Meglio, allora, imboccare il cielo.