Spellbound

Ingrid Bergman interpreta Constance Petersen Gregory Peck interpreta John Ballantine Due colpi secchi e Constance Petersen rompe le uova, con dovizia separa i tuorli dalla chiara. Due pizzichi di sale prevedono un repentino calo delle temperature affinché il bianco diventi neve, neve ferma. Intanto John Ballantine si occupa dei tuorli, …

COROLLARIO

Tutti gli steli s’inerpicano verdi, tutte le foglie respirano e ingoiano fiato, il fiore – i petali bagnati di linfa, il pistillo, la corolla – sboccia, ma tu, Maria Venere piangi, piangi e sfettucci cipolle. Mentre la genovese s’ammalvisce di tegame, i ricordi premono contro le palpebre e il bollo …

GENTILEZZA

Non è male quello che fai, Renzo, dice Clara, e si complimenta per la caritatevole azione di liberare lo scarafaggio in terrazza, tra gli anemoni e le gerbere. Non è male, Renzo, è bene, continua così, azzarda. Renzo apre lo sportellino della gabbietta dei canarini e li lascia liberi di …

PATELLE

Se non fosse che è inverno, caccerei fuori il bikini a righe, la cuffia con i fiori e, sgambata, farei una corsa di cavalloni fin giù, allo scoglio. In mezzo al mare, pingue e accosciata, la signora Taide sflippa cannolicchi. Li mangio crudi, dice, Guarda qua. E che bonta! Al …

cos’è dolce nei giorni di festa

Di concupiscenza avevo negli occhi un sacchetto di mosciarelle, rigide e rugose, il giallo più giallo. Sotto i denti crecchiavano di dolce, un sapore indistinguibile, le mani traboccanti giuggiole, dalla bocca mi uscì Corbezzoli!, e i frutti scivolarono in disordine sulla lingua, tra le papille. Atterrarono a piedi uniti nel …

RABDOMANZIA

C’era che il vento increspava i gomiti, urticava la nuca e un incipit di buio s’aggrumava negli angoli masticando ombra. Stagnante, un’acqua limacciosa attufava il canneto. Amalia chiuse gli occhi e prese fiato. Parole- pensiero si alzarono lievi, sgambate volarono in un frullare di disordine e piume, gonfiarono l’aria di …

ZUPPAPA’

Zuppa di sudore Ottavia scavava solchi e seminava con giudizio. Regolari, i filari si snodavano su più file. L’unica regola era il numero che doveva essere dispari. Seminava pesci Un filare di orate, nel mezzo le sogliole che s’acquattavano e appiattivano rasoterra, scorfani di lato a chiudere, gallinelle a seguire, …

IL SILENZIO DEL SERVO MUTO

Era una di quelle sere in cui Emidio rincasava presto. Si tirò la porta alle spalle, inchiavardò con quattro mandate, due sopra, due sotto, fece tintinnare le chiavi nel portaoggetti di cristallo, si slacciò le scarpe appena oltre la soglia, le sostituì con morbide pantofole di lana merino, ripose le …

I GATTI BIANCHI SONO CIECHI

Igino Botteri tira fuori dall’armadio un completo spinato che ha il suono cristallino della canfora e odora di cellophane. «Hai stirato la camicia?» «Nell’armadio, è là appesa.» «Dove? Faccio tardi, mamma.» «Guarda bene, Igino. Tieni gli occhi delle bambole.» «Guardo, guardo.» Padre operaio, madre maestra elementare, Igino, che ha trentatré …

GEOMETRIA DELL’OLFATTO

La temperatura segnava 25 agosto 1983 e ormai ero cieco. Mio fratello mi aiutò a scendere i gradini che portavano in cucina. Sapevo che c’erano il tavolo, le sedie austere, la bocca larga del camino, gli olmi lividi oltre le finestre, il marmo macchiato di vino. Frinivano le lame, Amalia …