RABDOMANZIA

C’era che il vento increspava i gomiti, urticava la nuca e un incipit di buio
s’aggrumava negli angoli masticando ombra. Stagnante, un’acqua
limacciosa attufava il canneto. Amalia chiuse gli occhi e prese fiato. Parole-
pensiero si alzarono lievi, sgambate volarono in un frullare di disordine e
piume, gonfiarono l’aria di bugie e zampe storte, le G e le N a galleggiare in
un cielo di rafia. Incastrata, in fondo alla gola, un’ugola girino perdeva la
coda e si faceva rana, gracidava di erbacce e malefatte, saltava sui sassi
dilavati del torrente, spariva tra le spighe e il sorgo frusciante. Bastava tirare
su la manica per capacitarsi della furia dei denti di Gino. Incisivi, canini,
l’otturazione del molare sinistro, la capsula d’oro. Rientrava dai campi che
faceva scuro, era consumato, lordo, inaridito dal sole. Si sciacquava le mani
e subito s’incurvava sulla panca, con lo sguardo di carbone rovistava
rancore tra le zolle, il fiasco davanti e l’ombrina marchiata di rosso al solito
posto.
Se si aggirava il promontorio, la terra riarsa incontrava il mare. Crocchiava
di colli tirati alle galline, di razzolare senza testa mentre lei, stava lì, ben
salda, le gambe divaricate, nell’aia polverosa. Il boccone del prete, come
piaceva dire a Gino al cospetto del pollo arrostito, la mano a cuoppo e la
bocca aperta.
A smuoverla fu un richiamo di salsedine, la sfuggente consapevolezza di
alghe, la risacca di umori che risalivano pigri dallo stomaco vuoto. La
sterrata era scoscesa, un ultimo sguardo alla casa sbilenca, e giù, per il
sentiero, tra gli effluvi cangianti della benzina del trattore, che aveva sparso
con generosa dovizia, la scintilla del prospero, le prime lingue di fuoco che
baluginavano sulla collina. In un frangente di risacca, gli scogli lustri,
sbiancati da denti di spuma, si bagnò di coraggio e aspettò l’onda.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Animalario (15) – RODIMENTARIO
All’interno dello stomaco umano, ben mimetizzato tra i succhi gastrici, risiede il bacillo Rodimentario. È il principale responsabile degli improvvisi Read more.
in qualche modo (da INSETTI 2002)
17.02.2001 in qualche modo mi sono perso la velocità del comando non trovo il modo di riacquistarla se resto non Read more.
da I GIORNI QUANTI (84)
Mia figlia mi sveglia, mi porta nella sua stanza, mostrandomi un lombrico, in realtà un millepiedi sulla tenda. Ti rendi Read more.
#
aveva stazionato nel suo paradenti per settimane. nel dove risiedono i noemi dei batteri, dei butteri cromatizzati. il plasma nuota Read more.
L’ALBA
l’alba aggancia nell’ombra nebbiosa nebula fu migratoria nè apparenza ma appartenenza poi nitida all’oscuro e silenzi ripresi pressanti sul plesso Read more.
GENTILEZZA
Non è male quello che fai, Renzo, dice Clara, e si complimenta per la caritatevole azione di liberare lo scarafaggio Read more.
Onirica ε
E. parlava. Non era più grande di quanto lo sia ora, ma articolava dei ragionamenti e partecipava alle nostre conversazioni. Read more.
quattrocentocinquantuno
antibatterico incendio perpetuo del sole che tracci l’inganno del giorno e nel mondo inventato imperi e bruci dall’altra parte del Read more.
FILM HORROR SENZA DIVIETI
“Sei come a casa tua —” Corrado Costa, da Le radici poetiche dei film d’orrore (The complete films, 1983) Sul Read more.