LA FANTASTICA SEPARAZIONE

Una volta il padrone, dice, non era sempre buono
E una volta disse al mezzadro al quartarino
Disse al mezzarino disse al mensirolo
Il ministro il feudatario il podestà disse
Non si fanno partorire le mogli a maggio
Perché a maggio ci sono i lavori da fare.

Con la legge del Sessanta i mezzadri diventano padroni
Ma il podestà aveva lasciato tutto ai nipoti
ma gli è andata male, perché aveva pochissimi nipoti.

 

Una volta il sindaco l’assessore
Fecero una legge un decreto
Che i vigili i pizzardoni erano uguali ai poliziotti
Che dovevano intervenire negli incidenti
E negli abusi edilizi e nelle rivoluzioni
Le manifestazioni con le bombe carta le molotov
E una ragazza ci era svenuta in braccio
E ci scappava il morto e allora dopo
Scappavano tutti.

 

C’erano il teatro nelle cantine e nelle grotte sotto strada in centro
Ci tenevano il pecorino a stagionare
Il critico d’arte nel suo studiolo parlava con i ragazzi artisti
Erano contenti come figli davanti al padre severo
E quando uno perdeva un appuntamento
Poi perdeva tutti gli altri e si accorgeva nostalgicamente
Di essersi perso qualcosa di importante

 

Quando si compiacevano di essere parte di, ad esempio l’avanguardia
Di appartenere a, di sentirsi a casa, anche se non avevi una casa
Allora il critico balbettava l’arte è fatta di risvegli
A lui interessavano i marginali, i secondari. Trasformare l’evento
Inclusivo (scusa che libro hai detto che era? dimenticato) Baudrillard, sì
Chi parla più di Baudrillard? Riposizionati dove sei ora e riprendi a cantare
a suonare. Tu, che eri una promessa del tennis.
Google map del tempo critico. Riposiziona e vai.

 

Quando si camminava in gruppo, ad esempio il piccolo vietnamita quasi santo
I manifestanti in mezzo ai turisti o il walkabout dei reduci delle Cantine
Ci si sentiva contentamente diversi
Comuni ma a parte, nel mare umano i diversi, i comuni.

C’era quel verso di Fortini che ti sfugge sempre
nega l’eterna lirica pietà eccetera la fantastica separazione
del senso del vero dal vero.
Sempre sfugge la parola ricordata male o affatto e
gli strumenti meccanici e psicologici (psico – illogici) per ricordarla

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