da I GIORNI QUANTI (111)

Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo stati i primi a dare la notizia del morto e lui mi fa cenno di aspettare perché il maresciallo gli avrebbe detto il cognome del morto. Aspetti, gli ripeteva di …

da I GIORNI QUANTI (110)

“Siamo troppo lunghi dentro letti in asse, o troppo accucciati nelle poltrone tonde. Eppure avevi belle spalle, poco fa.” I giorni non li rammento, neppure le ore. Guardo le lune delle mie unghie che saltano e ne individuo soltanto qualcuna, sul pavimento.

da I GIORNI QUANTI (109)

“Abbiamo avuto un mostro in campagna.” D.A.M. Io sono uno scheletro. Sono il mio scheletro. Nessuno può togliermi dalla poltrona in questo momento. Succhiatemi pure il cervello dalle narici ma non smuovetemi da questa poltrona. Voglio soltanto riposare. “Abbiamo avuto un morto in campagna.” Non sapevamo dove portarlo. A sfilare …

da I GIORNI QUANTI (108)

L’orizzonte è di bei palazzi. Non ti inquietano. Ti rimandano direttamente alla loro storia senza farti supporre alcunché. Questi vecchi palazzi sono una buona copertina, continuano ad essere copertura ai misfatti che cento anni fa si consumavano segretamente. I palazzi antichi coprono con la cipria il corpo andato di mia …

da I GIORNI QUANTI (107)

Mi telefona Tina Pica. Mi chiede che ci fa lei ancora in mutande? Se le infili subito in testa perché sta arrivando il presidente. Quale presidente, chiedo, senza riuscire a togliermi le mutande, incollate in testa. Il presidente dei presidenti, declama Tina Pica, p e r b a c c …

da I GIORNI QUANTI (106)

Mi telefona mia nonna. Mi dice: sai con tuo nonno avremmo deciso di dare a te quello che ci resta. Tu sei il nipote prediletto, così sottolinea mia nonna, tua madre e tuo zio non lo so cosa gli passa per la testa. Così avremmo deciso di dirtelo, anche se …

da I GIORNI QUANTI (105)

Mi telefona il mio nuovo dirimpettaio. Senta, mi dice, sono il suo nuovo dirimpettaio. Sa, mi disturba intanto avere un dirimpettaio. Ho pure avuto qualche difficoltà a rintracciare il suo numero telefonico. Le complicità con la portiera mi hanno comunque confermato quanto sia inevitabile questa telefonata e quanto lei mi …

da I GIORNI QUANTI (104)

Una signora benimpupata. Parla con un’altra signora benimpupata. Sono, dovranno, dovrebbero essere amiche. Due amiche al bankomat. Mi guardano quando mi allontano con la camicia di fuori e i sandali fangosi. Mi guardano e non rispondono. Mi commentano, si commentano, dopo che ho detto loro di non provare perché il …

da I GIORNI QUANTI (103)

Il singhiozzo. Ti sei mai chiesto cosa veramente sia. Senzascomodarefroid. Non dirmi che ti dispiace. Non dirmi che ti dà vita o che ti fa pensare alla vita, un’erezione che non puoi controllare. Che tenti (illuso) di fermare. Nerone, invece che dare fuoco a Roma, l’avrebbe voluta infestare di singhiozzi. …

da I GIORNI QUANTI (102)

Certo, non c’è più quel problema. Quello che non ti cerca nessuno. A diciassette anni non ti cercava nessuno. C’erano le domeniche. Adesso le domeniche non ci sono più. Ti cercano tutti i giorni della settimana e le domeniche non le cerca più nessuno.