(capitolo trentesimo) E GLI AVOCADO SPARIRONO NEL GIRO DI UNA NOTTE

L’architetto:

– fijo de mignotta come dire filius … ignotae, credo. Troia? non lo so –

la signora bionda:

–  ci sono equivalenti appellativi anche per gli uomini? –

Sasà:

– Porco, debosciato –

l’architetto:

– Non sono la stessa cosa –

la signora bionda:

–  ci vogliono vizzi tosti –

Sasà, guardando di sottocchio la supplente:

– La castità, dicono –

la signora bionda addentando un quarto scarso di tramezzino avocado e salmone:

– ad una certa età il cibo sostituisce il sesso –

ancora salatini e Martini, il secondo, l’architetto:

– però poi ci vuole la dieta –

la supplente:

– E cosa sono d’altro i digiuni dei preti e monaci? –

Signora:

– troppo complicato –

Sasa:

– Basta un sondino dal naso giù sino allo stomaco. Per dieci giorni non tocchi cibo. E’ il metodo più semplice. –

L’architetto:

– Invasivo e poi bisogna sapere mantenere i risultati –

Sasà:

– questo con tutte le diete. –

l’architetto:

–  Meno olio, meno sale, più carote, escludere i formaggi, muoversi ed abolire dolci l’alcol. –

Accenna ad un brindisi prima di una piena sorsata dal suo martini.

Cerco di capire di chi sia il piede che sento sul mio piede. Non è di Sasa, e nemmeno della signora bionda. Escluso l’architetto non rimane che la supplente che poi sarebbe la moglie di Daniele.

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