PAOLA MOBILE PASQUALE

Dal punto di vista del cane la mia vita vale meno di un qualsiasi singolo osso. E’ un fatto. Lo si vede da come strappa a morsi quel che rimane della mia carogna, e da come mastica soddisfatto: guarda a destra, a sinistra, poi torna a concentrarsi sul pezzo di muscolo che sta spolpando dal femore. Non ha più alcun rispetto del suo vecchio padrone. Gli è bastato notare che il mio corpo diventava altro, cibo disponibile per l’appunto, e in un amen ha azzerato anni di convivenza devota. Fior di Gaetano, per l’esattezza, è una pianta spontanea che cresce negli anfratti e sulle rocce delle colline dell’entroterra. Di forma allungata, spinoso in punta, necessita di pochissima acqua e arriva a altezza di ginocchio. Tipo asparago. Non di raro il passante ci trova attorcigliato un serpentello, qualche lumaca estiva, nugoli di millepiedi che si accoppiano lungo il suo stelo. Forse per l’odore caratteristico. Magari solo perché è casuale. Si può coltivare anche in vaso. Ma il mio cane, il mio cane, dicevo.

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