LA TERZA FIGLIA

A volte, quando anche la seconda fra le tue figlie è rientrata, saranno le quattro del mattino, e tu finalmente ti giri nel letto, tiri su il lenzuolo o la trapunta e ti disponi a cedere al sonno, nel buio si sente la serratura che risuona. Oltre a voi tre in casa c’è tuo marito, da un’ora, o forse due, dorme. Il buio ha qualcosa di pastoso, calmo, e il suono della serratura non ne vìola la consistenza. Scatto dopo scatto, la serratura che hai chiuso con cura, si riapre. È lei. Te ne eri dimenticata? Non ha niente con sé e dev’essere stanca perché, richiusa la porta dietro di sé, attraversa l’ingresso in fretta e si stende sul divano. Lasci passare qualche minuto, il tempo che si adatti alla casa, al suo tepore, alla morbidezza dei cuscini, e vai da lei. Ti distendi contro la sua schiena facendo caso a non toglierle spazio. Lei non ti accoglie, non ti respinge. Ti senti finalmente libera dall’ansia. Resti pochi minuti. L’indomani il divano è di nuovo vuoto. La colazione che le hai preparato è quasi intatta, ha mangiato l’angolo di un biscotto, tre chicchi d’uva. Ti siedi al tavolo, e mentre gli altri si svegliano, pensi: quando ritornerà?

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