UN INVERNO DI CASE GIALLE (Prologo, Uno)

Continuavano con poche sorprendenti avventure. Non restava che un gran callo, una lingua impaurita di pelle di uragano, occhi senza appunti, catturati una notte nell’ombra delle luci di un palazzo, ora arato come un’esplosione. Alcuni lo chiamavano amore, ad altri brillava il corpo, ormai prossimo all’estinzione, tuttavia ad armeggiare erano sempre i sassi, i pollini, le stoviglie; la gente, con qualche moto d’orgoglio ancora nelle mani, sparava ai mocassini, alle Hogan, ai risvoltini dei pantaloni, alla gran sartoria, per ogni svuotata stagione. L’uomo, all’angolo di ogni foto, precisava con insistente argomentazione: nella scrittura ci sono stanze disabitate, che andiamo cercando per non morire di troppa folla. Su certe piume, allora, abitava un inverno di case gialle, dove qualcuno urlava alle parole morte, alle frasi abbandonate, ai periodi dismessi, alle lettere in frantumi, dai nostri secoli a venire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

9
Il momento è quello che è la disorganizzazione deve essere tenuta il più alta possibile ha importanti applicazioni  il controllo Read more.
Portami a ballare un finale diverso (9)
Gli amici ritornano per te, andiamocene a casa e non ci pensare. Ci servirebbe un ponte a ponente per arrivare Read more.
quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.