NELLA NEBBIA
Voglio essere apocrifo e turbolento, mangiare lucciole, declinare l’imperfetto a bassa voce. Nella nebbia partorire matite. Firmare un nuovo contratto di affitto. Fare chiasso con le dita. Abbassare serrande e avambracci.
Voglio essere apocrifo e turbolento, mangiare lucciole, declinare l’imperfetto a bassa voce. Nella nebbia partorire matite. Firmare un nuovo contratto di affitto. Fare chiasso con le dita. Abbassare serrande e avambracci.
Dichiaro che il mio compito, qui nel deserto del Gobi, è di stare disteso su un catafalco ricoperto di drappi e gualdrappe, e sognare. E poi raccontare al popolo tutti i miei sogni, uno per uno, in ogni minimo dettaglio, compresa la particolareggiata descrizione del mio glande mentre viene divorato …
Trasformare il proprio corpo in una scavatrice meccanica capace di raggiungere profondità finora inconcepibili. Scrivere in fretta tredici romanzi digitando solo con la mano sinistra perché l’altra è occupata a scavare. Questa è l’arte di nascere.
Scrivere di queste cose con la sinistra è difficile. La materia, che è spirito solidificato, ha formato nella mia gola una balla di fieno che ostruisce il passaggio dei carrarmati. Mancano vino e orizzonti. Mancano canti gregoriani. Bisognerà cercare ancora nei cervelli di tutti noi, frugare nel profondo mentre facciamo …
Sotto la pioggia che non smette di scrosciare mi vieni incontro bellissima, vestita di aduboli ulricanti e mi chiedi se posso darti un faneto, ma io non ho faneti, né pascoli. Ho solo uno zùccolo. Potrei darti uno zùccolo, uno zùccolo antracite o una ricottina fresca, appena uscita dalla fabbrica …
In questo quartiere abitano nove trapezisti e una bicicletta rotta. Non esiste acqua corrente e le fognature sono intasate. Affidiamo i nostri messaggi a certi passerotti giganti, grossi come rinoceronti, che vanno avanti e indietro tessendo fili nell’aere. I nostri messaggi li scriviamo mescolandoli alla grandine, al muco e ai …
Per esempio, girare le pagine. Ti ricordi com’era girare le pagine? Che le sfioravi con l’indice e il medio e davi un tocco lieve come un soffio. La pagina allora sembrava una vela in decollo e nell’aria compiva un giro ad arco. Le parole davano luogo ad altre parole. Ti …
Papà, ma cosa è il nulla? Lui tracciava col dito dei segni nell’aria e dall’aria usciva una musica antica. Questa sarebbe stata una risposta, più o meno. Però il bambino continuava a domandare. Papà, papà. Allora lui gli diceva: vedi, le porte, quando ci sono, o sono aperte o sono …
Se eravamo maschi, il getto delle nostre pisciate sfiorava i due metri, se eravamo femmine portavamo gonne invisibili. Ma in ogni caso eravamo. Stavamo. Nonostante il prolasso del muro di cinta.
Avrei potuto scrivere un poema o un romanzo, invece ho dilapidato i banchi di nebbia che ho ereditato e sono qui al sole ad aspettarti. La casa da dove sono partito è lontana, ma qui, senza casa, stiamo tutti benissimo.