l’angelo dei rampicanti – 1

Oltre le siepi frementi del ventaglio serale

Laddove il sonno dispone gli alberi al risveglio

Del vento

 

Aggirando i frangenti scardinati dell’autunno

Sbocciano in parletico triste le dita

Scarlatte d’un angelo avvinato

 

Col suo volto d’insetto disciolto nel vuoto tremante

E col ghigno disfatto e però luccicante

Dietro l’ordito febbrile e stecchito

Di quel rampicante

Così innaturale e così malato

L’angelo si sta finalmente quieto

 

Poi la sua mano scivola sul cuore

Improvvisa e veloce come un ragno

Quand’egli vaneggia ancora di soffiare

Il mio regno per un bicchiere

 

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