BIURO’ POLONIA

Ripetete con me: tocca il polso, cava il dente d’oro, fai un respiro profondo, bevi un litro di tamarindo. La diagnosi è però inesorabile. Ripetete con me: ci rimangono gli ultimi tre secondi di vita. La notizia si sparge subito tra le baracche di Rio Grande, fin sopra le pendici dell’Etna e fin sotto una buca nella via più nascosta di Kumpula Gumtakt, in Finlandia. Ognuno porta quello che può, tasche permettendo, sperando di arrivare in tempo per l’estremo personalissimo commiato con sé stesso: una camera d’aria bucata, un tubetto di attaccatutto, una scia d’aeroplano. Ripetete con me: se potessimo tornare a diciott’anni – se potessimo tornare a quindici anni – se potessimo tornare a quarant’anni. Voglio dire che nessuno vuole niente in fondo, se non bere un ultimo succo di frutta in santa pace. Agli amici che non vedremo più lasciamo detto: cose vuote generano cose vuote, cose piene generano cose piene; e agli oleandri solo una stilla d’acqua ogni tanto. Ma tre secondi di vita, signori miei, tre secondi di vita – continua a gridare mia moglie mentre visita Caserta.

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