PER DEI RICORDI DADA

I centomila vestiti di lei garriscono spensierati mentre sceglie quello da indossare per l’impresa di rapinare il fidanzato. L’aria di New York le ricorda quella di Londra nella stagione del raccolto. Dal finestrino della carrozza vede gruppetti di ragazzini in piedi sulla banchina: sa che sono tutti appena arrivati, all’orario giusto per non aspettare, ed ognuno ha con sé una manciata di neve da portare a scuola come assegno. A suo tempo l’ha fatto anche lei, le cose non sembrano poi cambiate molto. Probabilmente l’ora delle opere d’arte è ancora dopo le otto. Riflette: la metropolitana, costata quanto una cupola ed ora proprietà dei jingles londinesi, le fa pensare al funzionamento dei sistemi di traumi sotterranei. Torna a guardare davanti a sé: tra la folla delle due ore di punta individua due pagliacci che la raccolta di noodles al Nord ha reso pallidi, uno di loro balla e sbatte. Il controllore è appena rientrato dalla carrozza dei pesci, dove si è assicurato che ci sia abbastanza acqua, ed ora cerca turisti a cui rifilare biglietti falsi.

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