IMPRONTATURE

Nella seconda preistoria residui  ancora scarichi d’implicazioni, a peso morto sedimentano con noi nel senza tempo di luci rivolte all’infinito. Oltre sbrecciati parametri, la zoppicante creatura accenna un disegno rigenerando stoccafisso in acqua e sale. Dormono in ketamine la ghianda ed il legno condividendo in fondo al lago lo stesso appoggio del cofano tv mentre il ritratto in onda, dolcemente ammaccato, sbriciola bolle prima di zittire. Accantonato l’oscuro doppio mnestico dell’acqua alta, recupero cose mai viste prodotte in altre ere con l’invernizzo sotto neve. Da tempo frana il monte nel quadrante occidentale interrompendo questo abitare balbuziente tra crete molli dove lascio l’impronta, l’aracnide ultraleggiero danza dialetti suoi. Posture improvvisate sul falsopiano della serpe che con un occhio solo vedo fuggire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 72
Morirò col fiato al collo E da sùbito figuro di perdermi Nella manciata di anni che mi offende. Cialda amara Read more.
L’ANIMA DEL GATTO 6
Si disse tra noi arancio trifogliato spinosissimo e fu già sopra ad ogni ramo, attendeva già al mappale dieci della Read more.