PER QUEST’ANNO NON POTARE (3)

Sfruttano la  vostra onestà nel preavviso di filare in filare, rosse all’inizio. A presidio  e in sacrificio, le prime del sentire. Né il pesco, né il susino e neppure il bianco spino si offrirono; parenti sfaccendati, nel nero inchiostro ormai. (Le colline, composte e regolate in bordo rosso, squadernate in dossi, le colline, rimesse ai voti del profitto, le colline, d’iperrealismo affette, le colline). Potreste dichiarare per tutti noi, voi rose,  la verità del male che a tradimento imbibe il rifiorire di vanaglorie e bancarotte, futuri idioti, eroi ? Rose di rose di rose, Voi!

 

Vedo da qui la casa del falegname dove,  la più inglese, fino alla gronda sale.  Con grossa scorza disegna gli archi tra i sassi e gli intonaci magri di montagna. Tutta fiorita al granaio spampana corolle singole controluce.  A colpo d’occhio s’indovina la sua storia in salita per le principali e le secondarie ricerche d’appoggio.  Frasi lunghe non hanno paura dell’intruso, si sentono nel mezzo del cortile radunare a pieni polmoni gli animali. Lui dal suo piano parla con loro, forse , torre e casa s’appoggiano sul colle.

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