“Camminate a distanza ravvicinata: né troppo vicini né troppo lontani. Il concetto potrà sembravi un controsenso, eppure vedrete che alla lunga darà i suoi frutti” – Dalla platea si levò una voce: “Si spieghi meglio” – oggigiorno la gente vuole sapere e sapere e ancora sapere, che poi, mi chiedo, che ci sarà mai da sapere? – Le informazioni importanti si contano sulla punta delle dita – “delle mani o dei piedi?” – troppe domande creano confusione e inutile allarmismo – Nessuno capì. Qualcuno si alzò e cominciò a camminare alla cieca – Forse ci vorrà del tempo, anche se ormai è noto che al precipizio mancano solo pochi metri – l’ordine è quello di montare dei fondali con sopra disegnato un bel paesaggio per nascondere l’abisso – Partirono alcuni fischi – “Vi prego, signori, mantenete la calma. Qui nessuno vi sta prendendo in giro” – praticamente è come cucinare una frittata: si rompono delle uova e poi si friggono – d’altronde non si può fare una frittata senza rompere qualche uovo, lo sosteneva anche Lenin – il segreto comunque è la qualità dell’olio – alla fine sembrerà un caso sfortunato, una specie di fulmine a ciel sereno – “Che dicono i meteorologi?” – non c’è ottimismo – A quel punto le forme di vita del pianeta si chiusero in un cupo mutismo – “Ce l’abbiamo fatta!”, esclamarono però i dirigenti – Ora la frittata è pronta, sedetevi a tavola – in giro si sparse la voce – un atteggiamento incivile, senz’altro – per fortuna la civiltà non è più un valore, e anche se lo fosse ancora nessuno ne comprenderebbe il senso – è più semplice chiudere gli occhi e contare le stelline – un grande sonno. Sì, proprio un grande sonno senza sogni – “Di che colore hai le occhiaie? Le mie tendono al blu notte” – assomigliano alle onde mare, che non possono parlare – “Cosa ne sarà di quelli che restano?” – “Non è più affar nostro. Sterminateli pure, se vi va.”
E’ PIU’ SEMPLICE CHIUDERE GLI OCCHI
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