LA SUGNA

Da Shakespeare sin a Schubert…
La pesante busta che la notte ebbe lasciata
Nella buca delle lettere del sole
Non declinò punta nuova né al sciupo volle
Nel baratto l’inconveniente di parole…
Quel che ci lascia il postino è a pena un ticket
Di spine che ci illudé esserci in là un fiore
O un petalo energumeno sfasciato sullo stilo
Quel che ci lascia appena è un tanto d’osso
Autosilo a un soliloquio… Quia umbræ?
Se su noi vaneggia, ñacurutú, la pesadumbre
Del cielo sunteggiato dalla sugna
Quel che restò è un violoncello di chiodi per rea spugna
Che celebra della viola da gamba il de profundis:
Che c’alberga in occhi di Perdìta o di Despìna
Negli acidi dei corali coralli e dei cuor vermigli
Di Winter’s tale o di Winterreise?
Il colùbro non ha veleni in carabina
Che per Isabella Laudòmia o Margherita
Per qualsiasi femmina di un macchiaiolo o un fauve
Fauverina se il mestruo zompa su una profiler
D’assassina!

(da Frammenti nel dialetto della Focide)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

9
Il momento è quello che è la disorganizzazione deve essere tenuta il più alta possibile ha importanti applicazioni  il controllo Read more.
Portami a ballare un finale diverso (9)
Gli amici ritornano per te, andiamocene a casa e non ci pensare. Ci servirebbe un ponte a ponente per arrivare Read more.
quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.