TUTTO, ESATTAMENTE

Col mio amoruccio Rodolfuccio Wilcock condividevo una cotta per gli avverbi (lui è morto però). Allora amavo spesso dire “precisamente”, oggi mi piace da morire “esattamente”. “Tutto” era il suo preferito. E non saprei dire se sia mutato. Nel giudizio critico alle poesie di J. L. Borges in Poesia Ispano-americana di oggi, in Ulisse, settembre 1960, alla fine scrive: rimasto nella memoria dell’autore quale splendente baldacchino sotto il quale si sono concentrati tuttii luoghi e tutti gli istanti dell’universo. Nella quarta di copertina del suo libro di Poesie (una meglio dell’altra) pubblicato da Adelphi, a un certo punto parla dituttii libri del mondo. Era precisamente il mio ideale di poeta. Anzi esattamente: “Fa il conto della merce abbandonata da Dio e prendila, l’hanno fatta per te millenni di uomini che non ti conoscevano ma che cercavano di prefigurare, in templi, tombe e biblioteche, uno stupore come quello che effondi quando sorridi e fai fermare il tempo e tutti ammutoliscono rapiti e ti alzi e dici “io me ne vado a letto”. (da Comunque sia, questo mondo, è per te – R.Wilcock)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

9
Il momento è quello che è la disorganizzazione deve essere tenuta il più alta possibile ha importanti applicazioni  il controllo Read more.
Portami a ballare un finale diverso (9)
Gli amici ritornano per te, andiamocene a casa e non ci pensare. Ci servirebbe un ponte a ponente per arrivare Read more.
quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.