PERIODO

ironia vuole, ci chiamano gli Scrittori. Graffiamo pareti, punta secca sulle rocce, ci addossiamo all’umido,
ne facciamo parte, d’anima e fiato. L’importante è lasciare traccia del nostro passaggio per chi ci seguirà,
mappe articolate e vene ritrovate – qui sì, qui no, procedi oltre, svolta a destra, in alto a sinistra, gira
l’angolo. Intanto, per chi vuol vedere, per chi sa leggere e ha l’occhio fino, scriviamo la nostra storia. Tre
mesi interrati, tre mesi fuori per riprendere fiato, i figli, per chi ce l’ha, in sostituzione. Intasato di
malagrazia, io di mesi ne cavo quattro. Niente da perdere e, quando mi tocca l’aria aperta, a mala pena
respiro, a mala pena campo di stenti e pane secco, buono solo per becchime a Tiresia, l’unica galina che
m’è rimasta.

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