LA MUSICA NON È (MAI) FINITA – 06

“E già gli va bene. Che poi me li ricordo quei video dove si mostravano tutti come dei supervanitosi e superkazzuti superpapponi neri, sbracati e arroganti, beoti e iattanti, circondati da decine e decine di zoccole seminude a cui fare gestacci e mimare con il bacino il movimento del coito. Il luogo prediletto dei rapper yankee mi pareva il bordello”.

 

“In Italia, però, c’è un’area rap con una coscienza diversa, dove la militanza rap ha un senso di rivolta politica”.

 

“Guarda, a parte qualcuno più sincero e ostinato, tipo Assalti Frontali, mi paiono tutti finti, gente che si mette in posa, che recita la parte del duro perché e finché gli conviene, ma è tutta fuffa, aria fritta. Almeno in America era tutto più autentico, parecchi dei rapper black venivano dalle gang criminali, gente con anni di galera e omicidi alle spalle, gente che veniva dai ghetti delle ‘inner cities’ dove la vita è davvero dura e ogni giorno a rischio. E poi c’era il fatto dell’orgoglio nero e dell’autodifesa contro il permanente razzismo che ogni anno ammazza centinaia di giovani neri e ne mette a migliaia in carcere. Lì mezzo secolo dopo Malcom X e Martin Luther King e mettici pure Muhammad Alì, anche se il Ku Klux Klan non si manifesta più come un tempo (ma c’è ancora), la guerra bianchi contro neri è più viva e attuale che mai. Ma qui che c’è? Dovrebbero essere i figli degli immigrati, le vere tribù stradarole che pistano a sputare il loro odio rappando”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

9
Il momento è quello che è la disorganizzazione deve essere tenuta il più alta possibile ha importanti applicazioni  il controllo Read more.
Portami a ballare un finale diverso (9)
Gli amici ritornano per te, andiamocene a casa e non ci pensare. Ci servirebbe un ponte a ponente per arrivare Read more.
quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.