LA MUSICA NON È (MAI) FINITA – 04

“Ho capito, ho capito, ma poi che è, un delitto? Loro ancora si divertono, la loro vita è il rock, fuori dal rock non sanno fare altro e i fans sono ancora tantissimi. Quando duri così tanto, un motivo ci deve essere. Forse la loro musica, i loro pezzi sono ancora dannatamente buoni e hanno superato la barriera del tempo. Sono diventati dei classici e loro sono delle ‘living legends’ come dicono in America. Voglio vedere i tuoi diletti rappettari a settant’anni”.

 

“Infatti, è questo il punto. I rapper a settant’anni non ci arriveranno mai. Già a quaranta un rapper sembra un tipo un po’ ‘suonato’, un anacronistico sfigato. Puoi, a quell’età, andare ancora a giro col cappellino da baseball rovesciato, la felpetta da tamarro, i tatuaggi in ogni dove, le catenone simil-oro al collo, il cranio rasato, i pantaloni oversize, le mutande griffate bene in vista sotto la cintura bassa e le Nike senza i lacci ai piedi, senza sembrare un vistoso, patetico coglione che cerca di far sopravvivere la sua mala e maleducata adolescenza? Puoi continuare a smitragliare sul palco rime di guerra e di scazzo come se fossi un teppistello di strada a vita?”.

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