LA FOLLATRICE (da Calamus)

La gualchiera ha attinenza

Con quella macchina, la « follatrice »

Che ci lava e soda ambo i panni

Consentendo loro infeltrire

Come fossero grigie pernici

Sott’ala a una travïata Euridice?

Gli abiti festivi graffiati

Nella canonica furtiva

Della Nuova Inghilterra,

I frusti abiti dei ramponieri

Tra le selve dei trealberi

E la corolla degli altri

Per la rotativa feriale!

Così guardiamo all’orizzonte del mare

E ci irrighiamo della turchina guerra

Dei suoi sciabordii come d’un infinito!

La terraferma ha una tale epopea

Che vorrebbe invece adularci

Con le sinusoidi delle sue méte

Solo a tratti assolvendosi in rettifili

E così noi

Come tenere croste

Del latte procediamo

In pace e moriamo assiderati nel Nihil…

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