“Finis poloniae” di Gaetano Altopiano

Ieri ho rivisto Giulietta Tymoshenko. E’ terribile quello che è diventata dopo la prigionia: niente a che vedere con la donna bellissima che era appena quattro o cinque anni fa. Mi sarò fatto decine di seghe pensando a lei. La cosa che mi faceva impazzire erano i suoi capelli, quella lunghissima treccia bionda arrotolata sulla zona occipitale. Uno schianto. Da Kiev arrivò anche Victor senzacognome, 1995, un ragazzino di dieci anni spedito in Italia, insieme a tantissimi altri, a respirare aria pulita dopo il disastro di Cernobyl’. Tre settimane a casa dei miei cognati che subito si resero disponibili. Il giorno della partenza fu terribile: nessuno riusciva a trattenere le lacrime, come fosse davvero figlio o nipote nostro. Poi, il rientro nella città russa. Un’unica telefonata di ringraziamento (l’Ambasciata). Fine.  

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