E SCANSA IL GIORNO

Ogni notte mi viene voglia
di non dormire
di pensare la luce filtrata dalle persiane
mi si accappona la pelle
al desiderio di petto di pollo fritto
di bigné impastati di pistacchio
niente immagini di persone
solo la solitudine albeggia
scorci di becchi di corvi
medaglioni del Risorgimento
bandierucole spaventapasseri cerate di arancione
penne svizzere coltelli istriani
qui si vola mi dico
qui si può andare via
in groppa a lucertoloni che come me
non vogliono andare in letargo
mi spiazzo in questi paesaggi
così animali
allora come si fa
ad accendersi una sigaretta
se da anni latitano in questa casa
siamo sicuri qualcuna deve essere rimasta
le cerco dietro i bicchieri sotto i tappeti
quante cose ho perso e poi ritrovato
un orologio un occhio di porcellana
che ci faceva un occhio di porcellana
nel cassetto della colonnetta di mio nonno
lo scatolino di cartone blu
con tutti i suoi molari
se accendo il televisore muoio subito
non lo spengo mai così
non ho bisogno di riaccenderlo
passeggio
avere un pavimento sotto i piedi è un dono
i piedi un altro dono
se mi tolgo le calze dono le mie piante alla polvere
domani è questo sogno di stanotte
lo vorrei attraversare senza addormentarmi
mi dicono che strizzando il pene con un laccetto
l’erezione si prolunga al massimo
ma voglio fare solo pipì e in questo modo
la pipì non esce
dal bagno alla cucina dalla cucina al bagno
la testa si muove ruota in cammino
si ferma
l’alba incombe
la delusione è brigante
la testa si corica sulla scrivania
e scansa il giorno

(19/12/16)

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