Categorie estetiche IX

quel taoista imperfetto, impossibilitato ad annullarsi, H. o forse M., entrambe le lettere in combinazione, un tuorlo d’uovo oppure un incendio, a volte viveva, altre ancora schiantava le rocce. H. o forse M., interrogato sui recinti rispondeva con reticolati di foglie: il minimo esistenziale richiesto era il groviglio, l’intensità di un verde e pochi aghi di luce: abbiamo dato ciò che non abbiamo, lo rincuorava questa ripetizione. per azzardo, era snodato e irripetibile, per consapevolezza era invece intrattabile e differito in una ridondanza creatrice. ripeteva: cambiare le cose dall’interno è borghese. quel taoista imperfetto, ultimo ritaglio di giornale, canestro di proboscide d’elefante, inaudito e frenetico, incostante e asociale, marcato dall’esperienza dell’estinzione, estraeva ogni giorno cortecce e rovi e fiamme: nel piatto, un tuorlo d’uovo, un incendio, poche ipotesi senza fondamento, due forme di rami senza splendore, l’odore inesauribile del mare che avanza sulle cose.

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