TITOLO ARNANGUAQQ

Della cena consumata il 7 maggio 1799 nella tenuta delle Concumelle, proprietà famiglia Abbiati – delle vivande, delle suppellettili, di ognuno degli antichi commensali – è rimasto solo un capello. Appartenne al violinista Arnanquaqq Arnanguaqq, che arrivava dalla Groenlandia, e restò incastrato in una delle bolle d’aria che quell’uomo frapponeva tra la “q” e la “A” quando scandiva nome e cognome, riuscendo a sopravvivere.  Chi volesse, può vederlo crescere tuttora sul palmo della mano del suo quadrisnipote e contemporaneamente sopra il palmo della mia, mentre sto scrivendo. Può vederlo attorcigliarsi all’indice, abbarbicarsi al monte di Giove e inoltrarsi lungo la linea della saggezza. Non produce alcun effetto: è solo un capello. Ma riesce a articolare parole come centigrado, plantigrado, birra, fonografo. A imitare il suono del vento, o il ringhio di un orso.

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