NEL SAPORE DI UNA DINAMICA OSCILLATORIA

La luce. È in una costellazione di luoghi. Nel movimento che guadagna ampiezza.

Nella difesa di un diritto eclatante o in uno sguardo perturbatore, garbatamente immesso in una concatenazione di effetti. C’è un segno mirabile. Nella postura di un ricordo inabituale [o sospeso]. Nel vento stregante che corre sulla tangibilità di un’insenatura magicamente opacizzata dal pensiero fresco e invertito, nel sapore di una dinamica oscillatoria.

Deglutendo il mondo. La pressione avvinghia i nuovi stralci di iper-quotidianità incalzante.

Il corpo è maturato nell’asciuttezza svettante del salto e nella traiettoria informe che dà sostanza a un flusso di liberazione ardua e scoscesa. Preparando lo sguardo al nutrimento.

Correvano insieme i sogni in una trasmissione aperta [_ enucleata e tesa_] verso un assestamento della fermezza cutanea / esperienziale.

Si chinava il suono in uno specchio d’acqua.

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