CASA BIN DUONG

Quando entra nella casa Bin Duong l’uomo sceglie immediatamente la più giovane delle ragazze. Ma alla “Casa della felicità” vigono regole precise: prima le anziane e solo dopo le altre. Dovrà quindi aspettare. Nel momento in cui finalmente può rivolgerle la parola, accade che noti che l’edificio non sia costruito secondo i principi Feng shui. Cioè, ha sì, un drago verde a est e una tigre bianca a ovest, ma non ha una tartaruga nera a nord, né una fenice rossa a sud. La ragazza gli sussurra che non ha alcuna importanza, e non serve essere tanto rigidi, ma lui non vuole sentire ragioni: il letto dev’essere orientato verso sud-ovest, l’ingresso verso nord e ogni loro rapporto solo in un salotto verso nord-ovest. Nasce una discussione sulla prosperità e la ricchezza, che è il legno; sulla fama e sulla reputazione, che è il fuoco; sull’amore e il matrimonio, che è la terra. Una sull’anno in cui l’uomo è entrato nella casa, e una sull’anno in cui la ragazza lo ha ricevuto. Una, sulla striscia di terra sulla quale tutto questo accade, dove, a memoria d’uomo, non è mai esistito edificio.

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