un teatro (X): sulle cime di certi ghiacciai estinti

si danno per certi alcuni fatti, come quella volta che si andava a toccare la neve al mare, era gennaio o quasi, ogni cosa era bianca, come al solito, ma diversa dal solito: non del bianco della luce o della sabbia o della roccia sotto e intorno ai piedi, ma come quella volta, o giù di lì, c’era un rumore costante, ma frastagliato, un alternarsi di suoni striduli a volte increduli e tonfi profondi [ ma ci si metteva in disparte, seduti ora sulle cime di certi ghiacciai estinti, a guardare le dorsali che si credevano disperse, a guardare i virus che si credevano dimenticati e certe macchie di terra, di cui non si poteva avere memoria, e ancora a correre dietro a giacimenti di qualcosa, nuove bandiere da rivendicare, assalti e polemiche e noi sulle cime di certi ghiacciai estinti, trascinati da un sassofono e alcune chitarre accordate male, o forse solo da questo mare che insiste e accorcia fra le cose

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