A QUINDICI ANNI

a quindici anni era già una pianista alcalina, l’avevo presa dalla quinta cucciolata e cresciuta senza
l’aiuto di nessuno. mi sarebbe piaciuto averla come pattinatrice, giacché nelle sue incarnazioni passate
era stata spesso una spirale e l’unica volta che eravamo stati a contatto era comunque andato tutto bene.
in questo cerchio, sono sempre stato con lei come un cavallo, e lei come il numero verde di un uomo
che non ha alcun interesse per la cavalleria. poi, con giustizia, nessuno più fa favori agli intellettuali. le
sacrestie tornano alle candele turche a buon mercato. riportando sempre il metallo al suo passato
liquido, io e lei andiamo avanti all’infinito finché non diventiamo due dinosauri uccisi, fratello e
sorella, in una vertiginosa apocalisse di dinosauri.

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