ALL’ORA DI PUNTA

Aprì la porta della camera e fece una smorfia di disappunto. Dopo avere lavorato duramente tutto il
giorno, essere ritornato a casa sotto una fredda pioggia invernale e avere cenato controvoglia, non
vedeva l’ora di mettersi sotto le coperte, ma il letto era già affollato. Certo, si sa, alle undici di notte
è pieno di gente che vuole andare a dormire, ma sperava comunque di trovare un posticino
tranquillo. Si spogliò, infilò il pigiama e si intrufolò fra i corpi ammucchiati. La sensazione non era
fra le più piacevoli. Chiamatemi anche antisociale, pensò, ma entrare in un letto all’ora di punta era
una delle cose che più odiava al mondo. Permesso, disse a un uomo che gli volgeva la grassa
schiena pelosa e che gli rispose con un grugnito, spostandosi appena. Lei deve scendere? Gli chiese
una vecchia dall’espressione ansiosa. Guardi che sono appena salito, rispose scortesemente e chiuse
le palpebre, sperando di addormentarsi alla svelta. Un ronzio fastidioso gli impediva però di
rilassarsi. Scusi, potrebbe abbassare il volume delle cuffiette, chiese alla ragazzina distesa accanto
all’omaccione. Lei lo fissò con uno sguardo ostile, scuotendo appena la testa come per dire: fatti gli
affari tuoi. Sospirando, si girò sul fianco. Almeno, pensò, guardo fuori dalla finestra e mi distraggo.
Un lampione illuminava il tetto della casa di fronte, mentre la pioggia continuava a cadere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

9
Il momento è quello che è la disorganizzazione deve essere tenuta il più alta possibile ha importanti applicazioni  il controllo Read more.
Portami a ballare un finale diverso (9)
Gli amici ritornano per te, andiamocene a casa e non ci pensare. Ci servirebbe un ponte a ponente per arrivare Read more.
quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.