SOPRASCARPE

Basta prendere tre cavoletti di Bruxelles, due mani vive, un etto di salame. E abbiamo una civiltà. Per fare tutta la storia invece occorre che ti sanguini il naso, che ti cavino un dente, e almeno una volta  tu abbia fatto un’anestesia generale. Un piccolo universo nasce ogni mattina e infatti la mia palma nana oggi straparla: ci pensi a tutte le donne che non abbiamo amato? ci pensi al cingolo di un carro armato? e ai miei sette compagni di banco, all’erba cresciuta sul divano? La guardo e non so proprio risponderle: vediamo un po’ se il pullman si ferma in tempo, le dico. Da dietro il vetro vediamo una distesa sconfinata di senape abissina e la finestra di una casa in lontananza. Dentro una faccia d’uomo che ci fissa immobile, e che non muta. Né muterà mai.

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