ANASTASIO

Un centimetro gigante, alto almeno due metri, si era piantato davanti alla porta e ci sbarrava il passo. Muto come un film porno, se ne stava lì, a braccia conserte e occhi duri. La porta era angusta, impossibile intrufolarsi di nascosto, bisognava per forza fare i conti con quel minuscolo gigante, inventare uno stratagemma. Allora pensammo di prenderlo per la gola, gli offrivamo gelati e bignè, ma niente da fare. Provammo a sedurlo con la musica e uno di noi, Anastasio, si impegnò sino allo sfinimento con un assolo di violino che avrebbe smosso persino le montagne, ma nulla. Tentammo ogni mezzo, provammo persino a impiantare ragionamenti di filosofia teoretica, argomentazioni teologiche, ma niente, niente da fare. Niente da fare.

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