GLI OROLOGI

Abbiamo niente di straordinario stamattina: sono le 11:50. Una signora entra nel panificio e prende un filone rimacinato, un ragazzetto è già alla cassa e sta pagando un etto di biscotti e tre rosette, uno sui settanta aspetta dietro, il panettiere getta un’occhiata alla fila mentre spaletta il banco di marmo. Sappiamo però che la scena è colorata di giallo (Dakota n.34 metallizzato), si chiama “terra degli spiriti domestici” ed è un plastico architettonico di due centimetri e mezzo che riproduce perennemente ogni loro istante di vita. Sta sul palmo della mano del panettiere – si vede alla perfezione –  nella tasca del giubbotto del ragazzino, su una delle scapole della signora, sotto la camiciola.  Dell’uomo sui settanta non si capisce bene: sappiamo molto poco di lui, è uno di passaggio. Si vede solo che dietro il suo orecchio destro si accendono e spengono minuscole luci blu.  Fa bello e cattivo tempo, giorno e notte, si sente addirittura il tramestio della sua propria vita umana. Odore di catrame, e il fumo di una piccola ferrovia.

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