ACQUA DAVANTI E VENTO DIETRO

  Divembre. 4.1.
   Fisso insistentemente la tenebra. Cerco. Per lo sforzo eccessivo gli occhi lacrimano ininterrottamente. (E) Tuttavia non smetto. Scandaglio qua … là, là e ancora una volta qua e poi di nuovo là. Quand’ecco che là, sì, proprio nel punto dove l’oscurità sembrava essere impenetrabile, scorgo un’esitante chiaria. Una lucina fiocafioca che sotto i miei sguardi caparbi diventa vivida, divembrina, e si diffonde gradualmente tremolando indecisa sui corpi riversi scompostamente di centinaia e centinaia di guerrieri. Corpi esangui trafitti da dardi, lance, spade, sprofondati nei bluastri accesi di una melma chiazzata indelebilmente in certe zone dal rosso cardinalizio del sangue e lambita di continuo dai mille sogni sciabordanti di una Moldava in piena. Incontrastata, una brezza cimmeria bighellona fra le piume dei vaporosi pennacchi cincischianti in cima agli elmi. Giustappena un alito di vento che, di tanto in tanto, fa spernacchiare grottescamente i vivaci stendardi confitti nel terreno ondeggiante d’odorose erbette officinali appena spuntate, e serpeggiare languidamente nel vuoto asfissiato dai voli accerchianti degli avvoltoi, lunghissime biscagline pendenti dai merli pettoruti del torrione di pietra lavica. – Il fragore della battaglia sonnecchia ormai da un bel po’ ben in fondo agli orecchi. Lontanissimo e, ad un tempo, vicinissimo, sottosotto però si ostina a solleticarli (gli orecchi) come una parola bisbigliata in un silenzio assoluto. E si moltiplica … – Frrr … Frrr … Frrr-frrr-frrr … cicala la cinepresa mentre vagola curiosa ed impaziente sull’intera scena. L’obiettivo incrinato a momenti da uno strano brillio, un capriccioso lampeggiar verdeazzurrino d’iride incapace di resistere all’avvinazzante fascino delle apparenze, sembra voglia ingravidare ogni cosa. – Frrr … frrr-frrr … frrr-frrr-frrr … – Voglie! che s’accavallano, veloci come destrieri, ad altre voglie, incessantemente,- doglie!!! – Tranciate …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

9
Il momento è quello che è la disorganizzazione deve essere tenuta il più alta possibile ha importanti applicazioni  il controllo Read more.
Portami a ballare un finale diverso (9)
Gli amici ritornano per te, andiamocene a casa e non ci pensare. Ci servirebbe un ponte a ponente per arrivare Read more.
quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.