Oggi mi sento di vetro. Frantumeranno i miei piedi in strisce sottili con un taglierino a punta di diamante. Nei campi qui intorno si è appena conclusa una guerra, o sta per cominciare; e sento odore di terra bagnata, pronta per la semina. Tutti parlano della guerra, nessuno dei miei piedi di vetro. Se le cose esistono con più forza quando sono percepite da molti, e solo io percepisco a malapena l’esistenza dei miei piedi di vetro (che, peraltro, allontanandosi sempre più, distano ormai almeno un chilometro dal mio cervello di vetro), allora, non so, confusamente penso che questo, tutto questo, dovrebbe consolarmi, darmi tregua. Confusamente penso.
CONFUSAMENTE
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