LAMIERAVIVA

Il tratto distintivo, quello che insomma rende questo ragazzo tanto esclusivo ai miei occhi è, più di ogni altra cosa, quel modo così amabile che ha di rispondermi quando gli chiedo: spiegami la parola Eternità. Si blocca improvvisamente, piega la gamba destra di novanta gradi, stira al massimo la sinistra, ruota il busto quasi interamente e con le braccia alzate e le dita intrecciate descrive mezzo cerchio nell’aria. Spiegami la parola Sandra e Rosmarino: si ferma sul ciglio di una scarpata, punta entrambi i piedi sul terreno, si alza sopra i talloni e dopo aver emesso due lunghi respiri mima il gesto di scagliare frecce. Spiegami la parola Cialda, poi la parola Elettrocuzione: entra in un bar e chiede l’ora sempre alla stessa persona, le diciassette e diciotto, l’altro smette di bere, posa il bicchiere, guarda in fondo al viale e fissa l’attenzione su un puntino nero, affonda la mano dentro al proprio petto e ne tira un lembo di lamiera viva.

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