(capitolo ventesimo) E GLI AVOCADO SPARIRONO NEL GIRO DI UNA NOTTE

Odore umido e dolce (s)porco. Desktop vuoto, cartelle vuote, un unico file nella cartella video. Ci clicca sopra. Viene fuori dal buio ondeggiando. Abito lungo nero nacchere in mano. Al ritmo di nove accompagnatori Amanda canta una canzone cubana. Campo lungo e fermo per la durata del brano. La Visicchio guarda ed ascolta senza commenti. Azzardo: – Scaricato da you tube – Non risponde lascia che il brano termini per farlo ricominciare.

È la storia di un amore/ Senza uguali/ Che mi ha fatto capire/ Tutto il bene, tutto il male/ Che ha dato luce alla mia vita/ Ma spegnendola subito dopo/ Che vita buia/ Senza il tuo amore non vivrò.

E’ la terza o la quarta volta. Insisto:  – Potrebbe fare la modella –  mi fissa torva.

Vado nel soggiorno. Gli operai hanno ripreso a lavorare. Seduto nel divano il tipo dell’altro giorno. Mi viene incontro:

– sono Daniele, ricorda? la disturbo? ho approfittato della porta aperta –

mi porge una carpetta di cartone gialla. Appunti di iconografia.

– lo ha scritto mia moglie – dice sfogliando poche pagine dalle mie mani: – eikon… – gli riconsegno il fascicolo. Cerco di dirigermi verso l’uscita. La Visicchio è ancora nell’ingresso che smanetta nel computer ritrovato. Daniele:

– Mia moglie esprime in forme e colori i misteri della Verità.

la Visicchio spegne il computer:

– continui

– mia moglie da qualche tempo frequenta questo palazzo.

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