FUORI

“Fuorifuorifuori” gridò il padrone al ladro sorpreso in casa a rubare.
“Fuorifuorifuori” gridò il padre al figlio sorpreso a masturbarsi davanti alla luna.
“Fuorifuorifuori” gridò la donna all’amante sorpreso col marito.
“Fuorifuorifuori” gridò la bimba alla strega sorpresa sulla nutella.
“Fuorifuorifuori” gridò il silenzio al grido.
Vagava per strade sconosciute, per periferie anonime e popolose, si era perso da tempo non sapeva quanto, intorno teste senza faccia case senza tetto, caldo bruciante tempeste elettromagnetiche improvvise. Era un fuori senza dentro, una carne senza ossa, un pensiero vuoto fisso insostenibile. Non era film nemmeno sogno. Era a colori eppure nero. Non era apocalisse neppure quadro. Era veleno dolce. Camminava incerto quasi cieco quando lo incontrai. Non mi riconobbe, né io lui.

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