IL CUCCHIAINO della Domenica: (l’acqua su Marte)

Quando Velimir Chlebnikov, nei primi del ‘900, scrisse “La legge delle altalene”, probabilmente stava solo cazzeggiando. Tuttavia formulava in quei versi una risposta plausibile al dilemma che riguarda lo scopo della lotta per la sopravvivenza di ogni organismo vivente: è solo per volontà di dominio di una specie sulle altre. L’istinto di conservazione, che si attua fondamentalmente nella guerra per il territorio, nella capacità di adattamento e nella filiazione, non è un processo premeditato e funzionale a chissà quale nobile futuro di una specie, ma solo al suo presente. E’ uno spicciolo desiderio di prevaricazione. E il fatto che soltanto da qualche decina di migliaia di anni sia l’uomo a detenerne il primato è la prova della sua temporaneità. Basta relativamente poco perché questo stato di cose si modifichi. La legge della altalene, infatti, prevedere che signori della terra siano ora il rinoceronte, ora l’uomo. O che residenze della Via Lattea siano ora Marte, ora la Terra.

“La legge delle altalene prescrive
Che si abbiano scarpe ora larghe, ora strette.
Che sia ora notte, ora giorno.
E che signori della terra siano ora il rinoceronte, ora l’uomo.” V.C.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

9
Il momento è quello che è la disorganizzazione deve essere tenuta il più alta possibile ha importanti applicazioni  il controllo Read more.
Portami a ballare un finale diverso (9)
Gli amici ritornano per te, andiamocene a casa e non ci pensare. Ci servirebbe un ponte a ponente per arrivare Read more.
quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.