SCRIVERE IL VERO

Una notte di gran freddo non riusciva a dormire, così pensò bene di uscire a passeggiare. Si buttò addosso un piumino e una sciarpa e aprì la porta. Davanti a lei il cielo crepitava di grasse galassie, il monte Civetta galleggiava lieve, oscillando a pochi metri dal suolo. Gli abeti nel bosco bofonchiavano sottovoce. Le nuvole del terzo piano attendevano sonnacchiose gli eventi. Annajennifer guardava tutto questo e pensava a Meister Eckart. “Solo la mano che cancella può scrivere il vero”, le aveva detto quella volta. Cosi, senza accorgersene, cancellando con la mano tutto il paesaggio che vedeva intorno a sé, cominciò anche lei a scrivere il vero. Ma il vero, tu lo sai, non è che un’iperbole. Annajennifer continuò a cancellare per tutta la notte. Cancella e cancella, alla fine, che era già l’alba, dalla boscaglia ormai quasi tutta dissolta, comparve un bel cucciolo di iperbole; e appena Annajennifer lo vide che le trotterellava incontro, sorrise di consapevolezza.

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