STORIE DEL SIGNOR JFK (90)

La formica testarossa è caduta da un ramo dell’albero di limone sul tavolo. JFK, sulla sdraio, è distolto dalla lettura. Decide di godersi comunque lo spettacolo. Allunga la mano per cogliere il limone più maturo e osserva la formica correre lungo il circuito del tavolo. La sua mano, ancora mezzo addrmentata, arriva a cogliere il limone più vicino e meno maturo. La formica testarossa prova tutto il circuito, torna tante volte indietro senza trovare vie di fuga. Dove si trova? Un albero di limoni aveva scalato. JFK sbuccia con le unghie il suo frutto verdissimo dalla parte più gialla e comincia a succhiarlo fingendo di tifare a bocca piena. La formica testarossa continua la gimcana sul tavolo di lavagna, cercando un punto di sporgenza e di speranza. Il tavolo è piccolo, però ha i bordi bombati. Il coraggio tuttavia le manca. A ogni precipizio punta le zampe posteriori per lanciarsi. Troppo alto. Sceglie finalmente il lato del tavolo che volge al rosmarino, saranno 20 centimetri contro 75, potrebbero bastare per non finire all’inferno. Si lancia. No, non è vero, non si lancia, torna indietro scuotendo la testa rossa. JFK con l’indice, acido di limone, la punisce.

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