STORIE DEL SIGNOR JFK (84)

JFK capisce che qualcosa non va quando trova ogni mattina il cassetto delle posate pieno di pipì. Pieno no, bagnato sì. Eppure, pensa. O tenta di pensare. Sono tanto sicuro di riuscire a pensare? E’ così, vero, sto pensando? Ma a che serve pensare se poi non ricordo dove l’insolente prostata ha conducato l’oro notturno. JFK capisce che qualcosa non va quando comincia a sospettare che potrebbe non essere lui, ogni notte, a disonorare  le plebee posate. Dopotutto, ragiona, io è un altro. E poi c’è da mettere in conto che la cucina è più a portata di mano del gabinetto. In conto? Di mano? JFK capisce che qualcosa non va quando comincia a sospettare di stare chiamando mano qualcosaltro. Una pen drive da 32 GB? Un Ab rotante a 12 ingressi USB? Volendo sturare il cassetto delle posate, avrà usato il blueutooth o il wi-fi? E lo scarico, unico testimone, che dice? Che dice il buon vecchio scarico? Dove sarà scappato?

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