NEL TRAMVAI DI GIORNALISTI E MAGISTRATI di Francesco Gambaro

C’è questo tramvai, dal giornalismo rotativo al conduzionismo televisivo, dal magistratorismo silenzioso allo starismo magistrale. Chi li bacchetta i magistratri che, volendo uscire dalla gabbia dell’algido linguaggio forense, scrivono, libri, fiction, retroscena corvacei. O i giornalisti che fanno il salto più lungo della gamba. Il caso di Massimo Giannini – che, helas, non è un fuoriclasse caro Pietrangelo Buttafuoco, i fuoriclasse non fanno salti falsi – non pesa tanto per il perdonabile desiderio di passare al carro dei vincitori, alla squadra di chi paga di più, al palcoscenico dalle quinte. Stare davanti la telecamera o scrivere thriller è altro mestiere, e chi ci è nato dietro le telecamere o tra i libri ha partita vinta (Camilleri vs Carofiglio). Ma il punto è un altro. Questo tramvai porta da una cacca, quella rotativa, a un’altra cacca, quella televisiva, non c’è sostituto-prostituto che sappia più inventare, prendere le distanze dalle mezze notizie, dai lenti rinvii dal primo al fantasmatico quarto grado di giudizio. Niente più brilla, la noia non la addomesticherà Giannini né il futuro best-seller di Ingroia. Non sarà demerito loro se il tramvai delle loro ambizioni li porterà a un punto di non ritorno. Il futuro sta lontano dai giornali, dalla televisione, dalla senescenza precoce che Coloro auspicano rinascenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

9
Il momento è quello che è la disorganizzazione deve essere tenuta il più alta possibile ha importanti applicazioni  il controllo Read more.
Portami a ballare un finale diverso (9)
Gli amici ritornano per te, andiamocene a casa e non ci pensare. Ci servirebbe un ponte a ponente per arrivare Read more.
quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.