“Uno che mi piace” di Gaetano Altopiano

John Maynard Keynes, baronetto, non fu solo uomo di altissima statura e raffinato dandy, marito di Lydia Lopokova ballerina russa e amante di Duncan Grant pittore, ma anche economista tra i più grandi del ‘900. Di recente è stato più volte citato (dagli economisti del governo Renzi, ndr) per la sua famosa ricetta anti-austerità. Finalmente. Il succo della sua teoria sarebbe questo: visto che il reddito nazionale di un qualsiasi Stato è dato dalla somma di consumi e investimenti, in caso di sotto-occupazione o produttività inutilizzata (economia stagnante) l’unico strumento di incremento sarebbe proprio un aumento della spesa per consumi e investimenti. L’unico che risolleverebbe il reddito nazionale. Semplice no? Il punto è che questo aumento della spesa non può generarsi spontaneamente, come normalmente accadrebbe, dato appunto la condizione di sotto-occupazione e di produttività inutilizzata nell’esempio. Occorre inevitabilmente l’intervento statale tramite l’aumento della spesa pubblica. Solo questo. Esattamente il contrario di quanto fatto dal precedente, incosciente, incompetente, facchino governo Monti. Che per giunta dice di avere salvato l’Italia.  

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