ALCOVA DI PROVA

Netta negli scontorni

la palazzina,

ha rampe a scomparsa

pilastri a cortina bruno ocra,

future quinte di servizio;

la presidiano dimessi

pinnacoli di pioppi e palme uccise,

la cascata del salice al confronto

è languida e ridente,

un dipinto a tempera il fondale

del parco protetto

e cornice a sbalzo di pietra

il muro che lo recinge.

Complice un sole ignavo

vacilla sulle anse del vialetto,

sosta sulla proda erbosa

asciutta di tramontana

caduta a notte dal suo quadrante.

Scorcio di gran valore

per quell’agente immobiliare!

La stessa scena, contratta,

ho sottoscritto a vista

sulla piantina.

Non ha prezzo, convenni,

che nel telaio delle finestre

si faccia di ora in ora

svariata miniatura!

Vedovo di sé

un cubo bianco

mi attende sospeso

in consegna a cottimo.

Il silenzio arretra con un inchino

oltre i praticabili Innocenti

e teli di plastica come sipario,

appena un varco aperto.

Quasi nulla nell’unità:

ancora la arreda

il vuoto maestro:

che assegna i ruoli

a luci e ombre

d’esposizione.

Presto il mobilio

tutto in betulla

incastro a metraggio

senza montaggio

che bell’idea!

Agli arnesi muti

attorno al giaciglio,

residuo dei precedenti,

spente le spie pulsanti,

non è richiesta

la prestazione

un uso maldestro

non ne facciamo

pur se tentati

di far colore.

Senza corrente,

qualcuno bussa

alla porta in cartone,

il buio impreca

già minacciato,

l’onda cablata

ripiega e adultera

i led sullo schermo

in polistirolo

e la tua voce.

Gli addetti via,

Oggi rischio il collaudo:

la generale con te

neo comprimario.

Spettatori in barcaccia

due piccioni:

il collo elastico

che fruga la soglia

e sfiora il vetro

schizzato di smalto.

La scatola magica

alcova di prova

s’avvolge di luna,

sul plateau siamo noi

inquilini in tabella

l’intima frazione

che ci accatasta.

Io mi sento in trappola

era già nel copione

Ma tu mi sollevi

come una sposa

reciti a braccio

un canovaccio

in cerca d’autori

ti senti in parte

mi offri la spalla

il gesto è finzione

ma noi siamo attori

aristotelici all’uopo

Aspettiamo la prima

se il debutto promette

si replica in sede

e anche in tournéès…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

LA PIUMA
Il cameriere della trattoria Del ponte è fatto di antimateria. Provare a schiacciargli un dito è totalmente inutile, inutile punzecchiargli Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 6
Il crollo nella ruggine è il mio ristagno Satanico stato dove imbruna La fola del partigiano in giro ovunque Nessuno Read more.
STORIA DI TRENI: TRENO NOTTURNO PER NAPOLI
La Regina di Napoli cantava Casta Diva davanti al pubblico dubbioso e malfidente. Il buio della sala retrocedeva sconfitto davanti Read more.
QUESTO FLUIRE FRA COSTOLE E COLONNE
questo fluire fra costole e colonne non dice del raduno improvviso rimontare nel petto non dice delle macerie non dice Read more.
#
perdite in modo corretto. stare davanti a com’era. La sovranità appartiene al venditore oh sì ti prego adoro questa struttura. Read more.
STANZA 109
ogni piano ha cinque piani una fermata spalla a spalla (conservazione gomito voce) io spezzetto mi allargo al centro sono Read more.
PAGINA BIANCA 12
alieni     la notte al mio paese vedo atterrare alieni nel cuore   ieri chioppe. grandine. troni e furmini. Read more.
da I GIORNI QUANTI (33)
“I vermi mandò a dire , ah! le guance/ Mi mangiano le guance. / …” Giuseppe Ungaretti. In questo lungo Read more.