IL CUCCHIAINO DELLA DOMENICA (Flat-earthers)

Scoprire che a Bucarest c’è un boulevard di dieci chilometri mezzo intitolato a Cioran e mezzo a Mircea Eliade mi fa stare meglio; altra gradita sorpresa gli involtini di cavolo con carne di pecora e yogurt: due belle consolazioni dopo un volo tanto burrascoso. Per il resto, delizioso afrore di …

APOLLO

Ai due alti acri in cui spartito fu Apollo, Brolo a esborso della tua cava di cuore, C’è fin dove bocca ti soffia sul collo Un filare, tra due, di alto colore Cupo: il primo lo dedico a Amleto sazio Dei troppi bagliori a soma d’un teschio Ch’abbacina il dilemma …

COME SORPRENDERE UNA PASSERA (BALLATA AL RITMO DI SWING)

oh oh aspetta che una passera faccia il suo nido su un ramo oh oh aspetta che deponga le sue uova oh oh aspetta che si allontani un momento oh oh approfitta del momento oh oh poni nel nido alcune enormi uova d’oca e fai sparire quelle della passera oh …

SIFONOFORO 35

l’aria è più scura. cessano le telefonate. il vento aumenta. chiamo al telefono l’ospedale civico. non risponde nessuno. richiamo. la linea è scomparsa. sto seduto sull’erba. i tentacoli intrecciati sui ginocchi. il mio quoziente di elettricità risale. comincio a demoltiplicarmi. mi circonda una membrana d’aria sgusciante.

AMORI FOTOVOLTAICI

Grazia è come una coperta soffice mentre mi nascondo nell’ astrolabio che sutura ferite di altri mondi quelli che mi appartennero per brevi stagioni salmodianti eppure rugiadose di tenerezze e/o abbandoni per cui le infinite dissolvenze servono a scardinare gli anfratti opachi quando il fragore era negli occhi non miei …

LA BARBIERA

Ho visto Sophie, quest’automa di ultimissima generazione, e dico che è stupefacente. L’approssimazione umana è quasi perfetta. Non fosse che mentre la intervistavano le hanno lasciato a bella posta la testa scoperchiata piena di fili e transistor quasi non avrei capito si trattasse di un robot. La scena però oltre …

7 marzo 2009 (Tra arti e Con giunzioni)

Se ti guardi addosso, il migliore posto dove pensare di vivere è un vestito. Non una casa con libreria, né una grossa vite al centro di un vaso. Pampina carnosa, appena appena spinosa, porge la testa fuori dal taschino. Il gilet copre, dall’ombelico in su, sette capezzoli mammiferai. Dovrebbero essere …

R.I.P.

La lingua come un virus che s’ingorga nei penetrali del tempospazio perduto. Va. Senza pensiero. In movimento. Alla ricerca. Dell’opera grande? Forse. È l’oggidiana distopia? Prosit. Nostalgia. NO! Le doglie del ritorno in spirali di memoria. Trasversando le soglie del tempospazio passato. Presente storico. Luogos mitico o mitizzato. Infanzia, faccia …

NON C’E’ MODO

non c’è modo di salvarsi dalla vita nemmeno con la morte allego due copie del curriculum vitae e carta d’identità metti caso che ti viene dato di essere tutto luce o ascoltare preghiere drammi nella tragedia una lente d’ingrandimento portando gli occhi sbagliati ci sono tristezze che non hanno mai …

Urui e Utrì (XXIII)

Arraggiunavanu i nummari intra iddi; spartevanu assummavanu, pigghiavanu arrialavanu, sparravanu curtigghiarii. Ucinco taliava asopanza vacanti: nenti sarbato, nenti caminari. A pasta arristava nnò tianu sana sana. Ureci, quannuca lu seppi, sparò na cannunata «I pisci un vannu a crirenza, picchì sarbanu lasimenza». Ucinco saddumò; savia allivari u vistitu di nummaro, …